I Radian, che con Juxtaposition avevano dimostrato di saper impollinare le geometrie di Slint e Tortoise e farle fiorire a vita nuova negli anni zero del dopo glitch, tornano dopo qualcosa come sette anni di silenzio (da “Chimeric” del 2009, se si esclude la collaborazione con Howe Gelb) con “On Dark Silent Off” e non recedono di un passo, portandosi anzi ancora più in là, architettando trame avvincenti tra il rock decostruito, l’elettronica, il rumorismo quasi industriale e le sue tante suggestioni: minimal techno, ambient ritmata, noise, krautrock e appunto l’onnicomprensivo “post-rock”.